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sabato 30 dicembre 2023

Tutti i modi strani che sono stati usati nel basket per tirare i liberi

Proponiamo la lettura di questo articolo tratto dalla testata "Il post" sull'importanza e la varietà del modo di battere i tiri liberi. L'articolo contiene dei link al suo interno ad altre letture e dei link video di youtube.

A due mani dal basso, cambiando mano, partendo da molto sopra la testa con le braccia tese: e poi c'è chi li segnava anche ad occhi chiusi

Il basket è uno sport molto studiato con le statistiche: la sua natura permette di dividere la partita in una successione di singole azioni offensive e difensive. Una di queste statistiche dice che dal 2020 nella NBA, il campionato professionistico americano, ogni cento azioni offensive si tirano in media 22 tiri liberi. In più il 22 per cento delle volte che un giocatore cerca di arrivare a canestro (e non tira quindi da lontano), l’azione si conclude con uno o più tiri liberi, concessi per un fallo del difensore.

sabato 24 febbraio 2018

FIP Puglia squalifica due società giovanili che rinunciano a vincere la finale regionale


Riportiamo un fatto singolare accaduto nel campionato di eccellenza U 18M della regione Puglia, dove nessuna delle due squadre arrivate alla finale regionale, aveva interesse a vincere la gara e accedere direttamente alla fase interzona.

Qui sotto i provvedimenti disciplinari seguiti dal comunicato stampa della società Aurora Brindisi

Provvedimenti:

martedì 25 ottobre 2016

Grant ne rifila 30 alla Virtus Bologna


Sasha Grant sugli scudi nella gara dell'under 16

L'Unipol Banca esce sconfitta dalla Palestra Chierici di Reggio Emilia al termine di una partita giocata da entrambe le formazioni a ritmi elevati e a viso aperto. Reggio prova subito a scappare sorprendendo i giovani bianconeri con contropiedi e rapidi uno contro uno portandosi in vantaggio di più lunghezze.
I ragazzi di Consolini prendono le misure dell’avversario e cominciano a ribattere colpo su colpo alzando l’aggressività difensiva e confezionando diversi recuperi che producono contropiedi. A metà partita il risultato è pressoché in parità.

lunedì 9 novembre 2015

Sardi d'export: Chessa trascina il Polimi alla vittoria

La guardia cagliaritana Alessandro Chessa ex Pirates, ormai milanese di adozione, con una super prestazione, trascina il Cus Milano (Serie D) ad una vittoria importante in chiave playoff.

Successo di vitale importanza da parte della nostra formazione che grazie ad una prestazione convincente conquista altri 2 punti contro una diretta concorrente per l'accesso play off. 
La vigilia della gara non lasciava buone speranze, infermeria piena in casa Polimi (Tardini, Broglia e Barbato infortunati ed in panchina solo a far numero, Bucci influenzato ai quali si aggiungevano i lungo degenti Castiglioni, Zenatti e Pontieri) e rotazioni ridotte a soli 9 giocatori. 
Approccio alla gara tremendo con gli ospiti che bucavano la nostra difesa ripetutamente. All'intervallo eravamo costretti ad inseguire (30-37).
Tutt'altra musica nella ripresa, difesa aggressiva e ripartenze ci davano il primo vantaggio dell'incontro.
Mojazza avversario ostico (2 sconfitte contro di loro nella passata stagione) non mollava un cm, ma la gestione di alcuni possessi chiave ci regalava la terza vittoria consecutiva! 
MVP della gara un mostruoso Capitano Chessa Alessandro con il suo massimo in carriera (31 p.ti).
La classifica ci sorride e ci vede al secondo posto insieme ad altre squadre, dietro solo ad un imbattuta Novate Milanese (6-0) cui andremo a fare visita nella prossima giornata.

Novate Milanese - Polimi
Domenica 15.11.2015 ore 17:30 via Cornicione - Novate Milanese (MI)

POLIMI - MOJAZZA 75 - 66  (15-21; 15-16; 24-15; 21-14)

Polimi: Torri 4, Chessa 31, Benetollo 8, Maggi 5, Petrucci 10, Viviani 1, Casalini 10, Clementoni 6, Barbato n.e., Tardini n.e., Broglia n.e. All.ri Di Benedetto - Pollice

martedì 14 gennaio 2014

Brindisi - Sassari rivali in campo, amici fuori

Curiosando qua e la, sul Blog Palla a Spicchi di Pompeo Barbiero, ho trovato questo interessante e bell' articolo dedicato al pre partita Enel Brindisi - Dinamo, che mette in evidenza il legame tra le due società, merita veramente di esser letto. 


SASSARI MIRA AL PRIMO POSTO, MA BRINDISI VUOL DIVENTARE CAMPIONE D’INVERNO 


Quella tra Brindisi e Sassari di domani non sarà una partita qualsiasi, soltanto una delle otto partite previste dalla 15^ ed ultima giornata del girone di andata. No, assolutamente! Questo nuovo scontro tra due delle più classiche rivali di Legadue, per vari anni, e di Lega A, dalla scorsa stagione, è molto di più. Brindisi e Sassari hanno molte caratteristiche in comune, al punto da caratterizzarlo come un derby vero e proprio, un confronto tra due società di grandi tradizioni, che si stimano, si apprezzano, con i due presidenti, Nando Marino e Stefano Sardara, che sono diventati amici e sodali prima di essere due giovani dirigenti di qualità che vogliono arricchire il basket di novità importanti e preziose. Per rendere ancora meglio l’idea del rapporto che lega queste due società, basti pensare che, al termine del durissimo confronto disputatosi sul campo di gioco, dirigenti e giocatori di entrambe le squadre si ritroveranno, insieme alle ragazze della Futura Basket Brindisi, in un locale brindisino per festeggiare insieme l’avvenimento in una specie di “terzo tempo” alla stessa stregua di quanto avviene nel mondo del rugby.
Sul campo, però, a partire dalle ore 18:15, gli uomini di Piero Bucchi e di Meo Sacchetti se le daranno di santa ragione, mettendo in palio la conferma del 1° posto in classifica per Brindisi e il coronamento del lungo inseguimento per Sassari, sempre al 1° posto della graduatoria. Entrambe le squadre faranno esordire in questa giornata i rispettivi pivot: David Chiotti per Brindisi, Drew Gordon per Sassari. E sarà una novità davvero interessante da seguire, visto che per tutte e due le contendenti il ruolo di centro aveva registrato un “buco” pericoloso e scomodo, da sistemare appena possibile. Bucchi e Sacchetti sono due tecnici assai esperti e hanno gran rispetto l’uno dell’altro, ben sapendo quanto sia importante per il futuro l’esito di questa partita. “Abbiamo avuto una settimana positiva”, ha dichiarato Bucchi nella conferenza stampa di venerdì pomeriggio, “con tanta aria fresca, portata dai nuovi arrivati David Chiotti e Martin Jurtom (il 19enne comunitario che sostituirà Aminu). Affronteremo domenica una squadra molto forte, con tantissimo talento e che avrà voglia di far bene dopo la sconfitta in casa contro Milano. Sassari è una squadra lunga con tanti giocatori di assoluto valore  e per noi sarà importante difendere bene per portare a casa i due punti. Infatti, se riusciremo a fare una partita generosa ed intensa, potremo avere possibilità di vittoria”. Sacchetti, dal canto suo, sa bene cosa l’aspetta nell’infuocato Pentassuglia brindisino: “Come già accadeva ai tempi della Legadue, è un segnale importante, per il movimento cestistico italiano, che due squadre del sud, nonostante le difficoltà economiche, riescano ad esprimersi ai grandi livelli. Brindisi ha un pubblico simile al nostro, come noi anche loro hanno un grande seguito. L'Enel di oggi è un avversario veramente tosto. Hanno firmato Chiotti, un giocatore solido che conosciamo già dai tempi di Casale. E' una squadra molto atletica, con un playmaker come Dyson che, a sorpresa, ci ha fatto vedere cose di alto livello. Hanno un reparto dei piccoli simile a quello di Milano, sarà un match molto impegnativo per i nostri difensori”.

Tra le caratteristiche tecniche più importanti delle due squadre va menzionata la superiorità dell’attacco sassarese, che è il migliore del campionato con 83,14 punti segnati a partita contro i 78,50 di Brindisi. La squadra di Bucchi, invece, prevale con la sua difesa, che subisce 74,71 punti a partita contro i 76,64 di Sassari. La miglior difesa contro il miglior attacco, allora: potremmo anche sintetizzare in questa maniera il leit-motiv che caratterizzerà questo bel confronto davanti ad un pubblico ancora una volta esaltante con la propria partecipazione, che ha registrato un nuovo “tutto esaurito”,  costringendo la società a concedere ancora una volta la diretta televisiva sul D.T. di Studio 100 per accogliere le migliaia di richieste pervenute. 
A dirigere la gara è stata designata la terna composta da Lamonica, Bartoli e Aronne. 


Terzo tempo Brindisi - Sassari

LE SQUADRE DELL'ENEL BRINDISI E DINAMO SASSARI AL "BARCOLLANDO" IN UN FANTASTICO POST/PARTITA 


Il Brindisi Basket Club e Supporter's Magazine hanno organizzato per domenica 12 gennaio, a partire dalle ore 21,30, un fantastico post/partita immediatamente successivo alla partita Brindisi-Sassari presso i locali di "BARCOLLANDO", sito in Brindisi alla via Cavour 27/29. Vi prenderanno parte le squadre dell'Enel Basket Brindisi, della Dinamo Sassari e le ragazze della Futura Basket Brindisi. 

mercoledì 1 gennaio 2014

ManDrake Diener top scorer del 2013 (incluso video)



Drake Diener è il top scorer dell’anno solare 2013 con 648 punti (36 gare), davanti a Phil Goss, 643 (in 49) e Bobby Brown, 639 (in 36). Quarto il veneziano Taylor, 628 punti (37 gare). Pietro Aradori si è confermato migliore italiano, chiudendo l’anno al quinto posto assoluto con 604 punti in 43 partite.

Questi gli altri leader statistici del 2013:


Minuti: Goss 1548
Falli subiti: Hackett 233
Tiri da 2 realizzati: Lawal 228
Tiri da 3 realizzati: D.Diener 96
Tiri liberi realizzati: B.Brown 146
Rimbalzi: Lawal 335
Stoppate: Lawal 64
Palle recuperate: Goss 65
Assist: T.Diener 195
Valutazione: D.Diener 727




Fonte: LegaBasket




Pozzecco : «La mia favorita è Sassari»


Curiosando tra le varie testate giornalistiche ho trovato sul Corriere dello Sport, un articolo nel quale Gianmarco Pozzecco da un giudizio sull'attuale campionato di Serie A, ne pubblico alcuni stralci.

«Negli ultimi dieci anni, a parte Siena, la pallacanestro ha la peculiarità dell'equilibrio esasperato, con risultati inattesi ogni domenica. E ora vi spiego il perché. Con la possibilità di poter schierare cinque stranieri, ogni squadra ha gente magari con delle capacità ma con un grosso limite: l'incostanza. Faccio un esempio: uno straniero come Danilovic poteva sbagliare al massimo due partite in una stagione, mantenendo un rendimento altissimo. Oggi i giocatori più forti non vengono più da noi, e questo permette che ogni domenica qualcuno si erga a protagonista».

Poi parlando di Hackett, Milano e le rivali:

«Daniel è nettamente il giocatore più forte del nostro campionato, l'unico che può dominare una partita, soprattutto quando conta. Quindi se a Milano non vincono nemmeno con lui, allora vuol dire che nell'ambiente c'è qualcosa che non va. 

Penso invece che Siena, ancora la rivale più accreditata per una questione di mentalità che si è costruita negli anni. Però la mia favorita è un'altra...Sassari. E non solo perché l'allena un uomo coi baffi a cui sono legatissimo. Ma perché ha entusiasmo e talento. Certo, sarebbe una favola, un po' come la Sampdoria che vince lo scudetto nel calcio, cose che capitano una volta nella vita. Ma se arrivano davvero in fondo, credo che Sacchetti abbia la capacità di portarli al titolo, come fece Recalcati con noi a Varese. Anche Brindisi, Roma e Cantù, stanno facendo un lavoro incredibile, hanno buoni roster, bravi allenatori. Solo che non ci credo».

di N.C. Basket Sardegna

venerdì 15 novembre 2013

La TV non aiuta il BASKET

Vi proponiamo la lettura di questo articolo molto interessante di Alessandro Pediconi, pubblicato su sportXpress, intitolato : Basket in tv, abbiamo un problema. L'articolo accusa la TV di non essere per niente di aiuto al basket, sia a livello di promozione, sia tecnicamente. A seguire i pareri degli addetti ai lavori.

Buona lettura.

“Il problema principale è che non basta un passaggio televisivo sulla Rai e uno su gazzetta.it. L’esposizione è insufficiente come la produzione delle partite. La qualità delle immagini delle private è talmente scadente che facciamo fatica anche noi allenatori a preparare i video prepartita perché non si riconoscono i giocatori”. Quando un coach serio come Piero Bucchi arriva a usare certe parole per parlare della promozione del basket in Italia, è difficile non capire che il basket in tv sta vivendo una situazione molto complicata.

Presidenti e dirigenti delle squadre a settembre avevano sottolineato l’importanza di trasmettere in chiaro le partite di questa stagione, per dare massima visibilità a un prodotto che cerca in tutti i modi una strada per farsi conoscere e apprezzare dalla gente.

La questione è proprio questa: può il prodotto basket essere venduto quando la stessa visione delle partite, uno dei fattori più importanti, presenta così tanti problemi?

QUANTI PROBLEMI!

I test effettuati nelle prime cinque giornate di campionato hanno portato risultati tutt’altro che positivi. Ha problemi la Rai, li hanno le tv private che trasmettono le gare in trasferta delle squadre, li ha gazzetta.it nella sua brevissima esperienza, fatta al momento di due sole partite. Soprattutto li hanno gli appassionati di basket, costretti ad armarsi di santa pazienza per seguire il loro sport e la loro squadra preferiti. Una pazienza messa a dura prova da ogni sorta di problema.

Segnali ballerini, spesso condizionati dalla presenza del maltempo. Un buffering che non funziona, immagini ferme, grafiche che non appaiono. Telecronisti spesso costretti ad autentiche peripezie da studio (il fatto che non tutti seguano le partite dal vivo meriterebbe un approfondimento a parte), aspettando che tornino o che ripartano le immagini. Un numero non adeguato di replay. Il tutto senza neanche parlare della qualità stessa delle immagini che vengono trasmesse.

LE OPINIONI DEGLI ADDETTI AI LAVORI

Sportxpress ha parlato di questo con Alessandro Tiberti, vice caporedattore di RaiSport, e con Cettina Mammoliti, regista di SkySport, emittente che quest’anno si occupa della produzione e della trasmissione di tre gare di Eurolega a settimana, comprese quelle delle due squadre italiane.

La Legabaket fornisce il servizio delle immagini, il service è scelto dalla Lega – spiega Tiberti -. La Rai mette il regista, il cronista e la postazione satellite. Gli allenatori come Bucchi e molti di coloro che si lamentano a volte potrebbero non sapere di questa scaletta di lavoro. Chi vede le immagini sulla Rai può pensare che sia la Rai a non fornire un buon servizio. Non è così, ma capisco che in questo caso potrebbe esserci una mancanza di informazione”.

“Semplificando si può dire che la Rai mette a disposizione i suoi canali per fare una produzione altrui – prosegue il vice caporedattore di RaiSport -. Con la Lega abbiamo già intavolato un tavolo di discussione, parlando dei problemi che abbiamo rilevato nelle prime giornate. Le difficoltà maggiori riguardano i dati numerici e di grafica, che sono inferiori alla passata stagione. Inoltre lo scorso anno c’era la possibilità di fare più replay per analizzare le tattiche di gioco, mentre quest’anno se ne possono fare di meno perché c’è un macchinario in meno – si chiama EVS -, che serve a fare la riproposizione dei replay”.

“L’altro problema grosso che hanno rilevato anche tutte le altre emittenti che usufruiscono degli highlights è dato dal fatto che il cablaggio dei palasport e la trasmissione delle immagini dai palazzetti, che quest’anno arriva da un nuovo operatore (Fastweb, ndr). Se lo scorso anno avevamo immagini di altissima qualità sin dalla sera stessa delle partite, quest’anno purtroppo le immagini sono di inferiore qualità. So che la Lega sta lavorando per avere un macchinario in più per i replay, il miglioramento della grafica, almeno con un’implementazione degli stessi dati che avevamo lo scorso anno, quando tutti questi problemi non c’erano”.

“Sapevamo che era necessaria una fase di transizione ed è per questo che abbiamo atteso un pochino per rappresentare un po’ le nostre difficoltà, il nostro imbarazzo – conclude Tiberti -. Vediamo se ora la Legabasket riesce un po’ a venirci incontro. In ogni caso, a livello numerico i risultati continuano a essere soddisfacenti. Per le prime due gare siamo stati sull’ordine dei 90-100.000 spettatori. C’è stato un restringimento per la partita di Pesaro e per quella di domenica scorsa, anche perché a Sassari è andata via la luce. Comunque con la Lega c’è un rapporto assolutamente sereno, motivo per il quale abbiamo atteso un po’ prima di manifestare le problematiche che abbiamo incontrato. So che loro si sono messi a lavoro. In ogni caso è giusto che sia chiaro che non siamo noi che stiamo gestendo le riprese e la trasmissione delle immagini dai campi non collegati”.

“La trasmissione del basket, così come di tutti gli eventi sportivi, non può prescindere da alcuni fattori – spiega Cettina Mammoliti, una dei registi di SkySport -. Il budget per la produzione e trasmissione delle partite è importante, un conto è investire 30.000 su un evento, un altro è investirne 3.000. La qualità del prodotto, però, non dipende solo dai soldi. È un discorso di professionalità di chi ci lavora, di conoscenza di quello che si fa, della preparazione che c’è dietro a ciascun evento”.

“Quando Sky trasmetteva le partite del campionato di basket curavamo la produzione e la trasmissione esattamente come facevamo per le partite di calcio, nonostante il budget fosse decisamente differente – prosegue la Mammoliti -. E non parliamo comunque di cifre impossibili. I risultati in termini di spettatori spesso dipendevano dalle partite: quelle di cartello ovviamente ottenevano numeri maggiori rispetto a quelle che non lo erano. Anche se tutte hanno ottenuto da noi il massimo dell’attenzione e della preparazione”.

“C’è una catena fondamentale per la buona riuscita della trasmissione di un evento sportivo, qualunque esso sia – conclude la regista -. Dalla regia alla produzione, dalla telecronaca a chi cura il bordo campo, tutti devono sapere di che cosa si tratta, tutti devono essere pronti a intervenire. Il basket su Sky, ad esempio, può contare su una personalità importante come Cristina Larghi, gli importanti risultati raggiunti dipendono molto dal suo intervento e dalle sue capacità”.

Per conoscere il punto di vista dei rappresentati della Legabasket, Sportxpress ha provato a sentire anche il presidente, Valentino Renzi, che si è riservato di intervenire in un secondo momento. Ovviamente la nostra redazione sarà lieta di accogliere il suo intervento, così come quello di chiunque voglia far conoscere il proprio pensiero e dare il proprio contributo alla discussione.

UNA SITUAZIONE IN DIVENIRE

A oggi uno dei tre pacchetti televisivi ipotizzati dalla Legabasket – il silver – non ha trovato ancora qualcuno disposto ad acquisirlo. E al momento un evento importante come la Final Eight di Coppa Italia sarebbe visibile solo in streaming, non avendo trovato ancora posto in nessun palinsesto televisivo.

La Rai detiene i diritti sul pacchetto gold, quello che dà la possibilità di trasmettere il posticipo del campionato (di norma la domenica sera), ovvero quella che dovrebbe essere la partita clou della giornata. Da qualche giorno, il pacchetto bronze è stato aggiudicato a gazzetta.it, che trasmette una seconda partita della giornata di campionato in streaming.

Al momento è impossibile non dare ragione a coach Bucchi. Oggi il pubblico televisivo è abituato a vedere film ed eventi sportivi in HD (alcuni anche in 3D). In alcuni casi l’HD viene offerto anche per lo streaming sul computer. Quando si parla di basket italiano, invece, si rimanda necessariamente a immagini sgranate che sanno molto di tempi pioneristici. E anche lo sforzo di chi lavora dietro le quinte per confezionare il prodotto nel migliore dei modi (pensiamo agli highlights delle partite o alla Top10 del campionato) spesso si trova ad avere a che fare con immagini talmente scadenti da inficiare il prodotto finale, che neanche l’appassionato più convinto trova piacere a guardare. Almeno per ora.

di Alessandro Pediconi

venerdì 5 luglio 2013

Tanti club chiudono i battenti, ma la pallacanestro va avanti. In quale direzione?

Pubblichiamo il seguente articolo scritto da Carlo Fabbricatore, che fa uno spaccato dell'attuale situazione del basket nazionale. La crisi economica ha dato il colpo di grazia e le società tra mille difficoltà chiudono i battenti.

Molte squadre anche titolate sono in grande difficoltà: ogni giorno leggiamo dichiarazioni poco confortanti sullo stato di salute dei club. La Presidente di Cantù ha ribadito il ridimensionamento economico del budget di spesa causato dai pochi introiti della gestione industriale.
 L'economia, usando un eufemismo, langue e di conseguenza gli investimenti pubblicitari sono crollati. I grandi investitori prediligono le sponsorizzazioni di singoli eventi. In particolare le società decentrate hanno pochissime chance di attingere a budget pubblicitari di un certo livello, per cui devono ricorrere a consorzi  locali per frazionare la raccolta di fondi.
 La grande risorsa data dal valore dei cartellini è venuta a mancare: questa è la principale  causa della debolezza economica dei club. I proventi dei diritti televisivi sono poca cosa perché i dati dello share non premiano con numeri importanti la Pallacanestro e gli introiti derivanti dal pubblico sono irrilevanti per la maggior parte delle squadre. Inoltre il rapporto monte stipendi-ricavi è completamente fuori equilibrio.
 Si è voluto creare e mantenere un business professionistico senza avere le necessarie risorse e l'autofinanziamento è una pura utopia; la legge sul professionismo ha caricato costi insostenibili per la maggior parte dei club.
 I palazzi dello sport sono obsoleti e generano ulteriori aggravi di spesa in quanto non di proprietà e con capienze limitate.
 Nelle serie minori la situazione è ancora peggiore: ogni giorno spariscono società nell'indifferenza generale perché i costi sono troppi elevati. La valenza sociale delle serie minori non importa a nessuno. 
 Ulteriore problema, comune a tutto lo sport italiano, è il reclutamento di giocatori. La scuola  considera lo sport una disciplina didattica sostanzialmente inutile e le società sportive, non avendo più il valore del cartellino, sono restie a lavorare sui ragazzi. E' molto più facile andare a “prendere” giovani all'estero in uno dei tanti paesi della Comunità Europea. Sarà mai possibile che il Bel Paese  produca così pochi giocatori di livello e che storici vivai di talenti si siano esauriti?
 I team hanno perso il loro DNA italiano e questo penalizza la Nazionale.
 Il movimento deve capire e accettare la critica costruttiva: se il sistema funzionasse a meraviglia non avremmo tutte queste difficoltà di iscrizione al campionato e gli appelli quasi giornalieri di aiuto perché mancano risorse. E' meglio essere consci dei problemi che far finta che non esistano. Maggiore concretezza e meno proclami.
 Roma e Cantù hanno rinunciato alla Euroleague: scelte responsabili anche se dolorose. Milano è una realtà completamente diversa: proprietà economicamente fortissima e un bacino di utenza straordinario. L'Olimpia EA7 è l'unico club italiano che può competere con i top club europei;  il nostro sistema pallacanestro non è in grado di produrre altre realtà analoghe a quella targata Armani.
 Federazione e Lega devono essere forti e propositive, intervenendo se necessario, in modo energico sul movimento.
 La priorità è la diminuzione sostanziale dei costi altrimenti la maggior parte dei presidenti sarà costretta gettare la spugna.
 Responsabilità da parte di tutti: questa è  la ricetta per salvare il nostro sport da una morte annunciata.

Consigli. Sta per iniziare una nuova stagione: pensiamo positivo. Affolliamo gli stadi con le famiglie mandando un messaggio di civiltà sportiva

Massima. Io sto con il bel gioco

Carlo Fabbricatore

Fonte: Pianetabasket

martedì 11 giugno 2013

L'indecenza di questo basket

Pubblichiamo una lettera inviata da un lettore alla redazione di Pianeta Basket, che suona come un campanello d'allarme per il nostro amato sport, il quale secondo lo scrivente si sta imbastardendo e sta diventando sempre più simile al calcio.

"Sono un genitore, oltre a un incarico nell'ambito dell'Università italiana e uno studioso di sport sono anche un allenatore e con l'immensa passione che mi trascino dietro da più di 30 anni ho portato i miei figli (entrambi giocatori di pallacanestro ed entrambi tifosi della Montepaschi Siena, ndr) ad assistere ad una partita di questi playoff scudetto e precisamente Siena - Varese di Sabato 1 giugno al Palaestra di Viale Sclavo a Siena.
 Abbiamo pagato dei biglietti per assistere ad uno spettacolo indecente. Aldilà dell'aspetto tecnico della partita avrei qualche domanda da porre:
 1) Come è possibile assistere decentemente ad una partita in un palazzetto (e quindi al chiuso !) con il frastuono incessante di migliaia di trombette peraltro vietate negli stadi di calcio? Non bastano le 3.000 euro di multa che il giudice ha affibbiato alla società senese perché da spettatore ho il diritto di sentire muovere le scarpette sul parquet. Non era il basket lo sport da teatro per eccellenza? Il tutto - a mio modesto parere - per dare fastidio ai giocatori di Varese... E' civiltà sportiva questa?
 Ma Vi rendete conto che neanche i giocatori in campo riuscivano a sentire i fischi degli arbitri, tanta era la confusione? L'altra sera - in occasione di Siena - Varese 6^ partita ne hanno parlato anche i commentatori di Raisport tra cui il coach Carlo Recalcati.. Ma vi pare normale? Questo clima da Palio, dove impera il Vae Victis non si addice allo sport che ho inculcato nei miei figli.. Distruggere l'avversario con ogni mezzo.. !!! Non è più lo sport più bello del mondo.. almeno da queste parti.
 2) Come è stato possibile che una decina di facinorosi - in evidente stato di ebbrezza - siano potuti arrivare dalla curva nord (quella degli ultras mens sana, tipo "Alcolismo e Mensana", striscione presente sugli spalti) fino a bordo campo per inveire pesantemente contro gli arbitri che avevano appena fischiato 2 falli consecutivi ad Hackett? Perché nessuno è intervenuto tempestivamente a fermarli? E' normale tutto ciò?
 3) E' normale che le scalinate di accesso ai posti seduti delle curve siano state riempite di spettatori? Non dovevano essere libere per questioni di sicurezza? Dove mai stava la sicurezza interna? Non è ora che anche le curve come le gradinate abbiano posti numerati dal primo all'ultimo? Vogliamo continuare a ragionare come se fossimo ancora nell'ottocento?
 4) E' normale che il Procuratore Federale Roberto Alabiso, come ha scritto la stampa,  esulti come un forsennato al tiro sbagliato del giocatore varesino Banks che avrebbe dato la vittoria alla Cimberio in questa gara? Ma il giudice, oltre che ESSERE imparziale.. non dovrebbe anche SEMBRARLO ?  E' giustizia questa ?
 5) Le pare normale il pasticcio a fine gara 5 a Varese dove - a seguito di fatti accertati e giudicati in prima istanza di pari valore e cioè la squalifica per i 4 giocatori coinvolti - poi si passi a DERUBRICAZIONE per 2 di loro (Hackett e Brown)?


 Matteo Cardinali

venerdì 3 maggio 2013

Francesco Veccia portavoce biancorosso



I giocatori Riccardo Cervi e Francesco Veccia saranno di scena all’ Istituto Comprensivo “ G. Gregori” di Casina per un incontro con gli studenti volto a far conoscere meglio la Trenkwalder, i valori dello sport e lo spirito di gruppo. Gli atleti biancorossi saranno nella palestra dell’Istituto, a disposizione per rispondere alle domande e curiosità degli studenti venerdì 3 maggio dalle 11.00 fin verso le 12.30. Al termine della discussione i giocatori faranno una partitella con gli studenti presenti. Cervi e Veccia saranno a disposizione dei ragazzi per firmare autografi e posare per foto ricordo.     

Ufficio Stampa Pallacanestro Reggiana

giovedì 28 febbraio 2013

L'Antonianum tessera Biggio

Ieri 27 febbraio 2013, Giovanni Biggio il giovane talento del Carbonia, già tesserato con i Pirates di Marco Sassaro, è stato tesserato in doppio utilizzo regionale con l'Antonianum, dove verrà utilizzato nelle finali provinciali dell'Under 19, in vista delle qualificazioni per l'interregionale, ed eventualmente per la C Regionale.



giovedì 14 febbraio 2013

Un canestro incredibile, da un canestro all'altro, il pallone entra di rimbalzo

Pubblichiamo questo video che ha dell'incredibile.

A cura di Pier Luigi Pisa

Di canestri "estremi" segnati dalla propria metà campo se ne sono visti abbastanza. Ma questo, probabilmente, li batte tutti. Il tiro disperato che Anna Olson, cestista della Lewis-Palmer High School (Colorado), effettua all'interno della sua linea dei tre punti, è infatti troppo debole e tocca terra ben prima del canestro avversario. Il rimbalzo, però, lo porta a sbattere sul ferro e sul tabellone e quindi a carambolare nella retina delle avversarie.


Fonte: repubblica.it




mercoledì 6 febbraio 2013

Titus, un cestista nato

Pubblichiamo questo curioso video di un bambino di circa 2 anni che sembra avere il basket nel sangue.
Ha iniziato a fare canestro subito dopo aver imparato a camminare. Questo bimbo prodigio è stato ripreso dai genitori tra i 18 e i 24 mesi nei suoi innumerevoli tiri, tutti andati a buon fine. Da grande potrebbe far impallidire i professionisti di basket star dell'NBA.





Se il buongiorno si vede da mattino.....

(C) Riproduzione riservata



martedì 29 gennaio 2013

I campioni dimenticati

Per dovere di cronaca nei confronti di tutti gli appassionati di basket, anche se la notizia non è recentissima, mi è sembrato opportuno evidenziare questo articolo riportato  sul sito Roseto sharks, tratto dal Corriere dello Sport, e riguardante l'attuale attività svolta da  un ex cestista, che sembrava destinato a diventare una stella, ed invece il destino le ha riservato tutt'altra sorte.

Qui sotto prima dell'articolo, ciò che riporta Wikipedia 


Inizia ad allenare dopo dieci anni di carriera italiana da giocatore.
Nel 1994 esordisce come capo allenatore sulla panchina di Forlì, in serie A2, squadra con la quale raggiunge subito la promozione in serie A1.
Nel suo curriculum una Supercoppa Italiana vinta nel 1996 sulla panchina di Verona ai danni di Milano, un'altra promozione in serie A conRoseto degli Abruzzi e la conquista dei playoff di serie A per quattro volte con tre squadre diverse: SienaRoseto e Pesaro (raggiungendo la semifinale scudetto, la finale di Coppa Italia e la qualificazione all'Eurolega).
A questi risultati si aggiungono quattro partecipazioni alle coppe europee sulle panchine di Siena (Coppa Korać), Udine (Coppa Saporta), Roseto (ULEB Cup) e Pesaro (Euroleague).
Stabilitosi a Roseto, è tornato nella stagione 2012/13 ad allenare la formazione locale in DNB.


Oggi, giovedì 10 Gennaio 2013, esattamente a pagina 17 del quotidiano nazionale “Corriere dello Sport”, nella sezione dedicata al Basket, ecco un articolo da ben 680 parole e 3259 caratteri, interamente dedicato a coach Phil Melillo.
“La nuova vita dell’edicolante Melillo”, questo il titolo scelto dal giornalista Andrea Barocci del Corriere, che ha intervistato in prima persona l’allenatore nativo di Newark, passando dalla sua carriera da giocatore in Italia, alla sua nuova avventura sulla panchina degli Sharks. Di seguito, vi riproponiamo l’articolo uscito stamane in tutte le edicole della penisola.
Dal Corriere dello Sport di oggi:
Ogni mattina la sveglia di Phil suona alle 5. Quando esce di casa, il freddo pungente e l’aria che sa di mare lo accolgono in un intimo abbraccio. Lui si dirige verso il centro di Roseto, tira su la saracinesca con lo slancio del ragazzo che era, raccoglie i pacchi di giornali appena scaricati da solito furgone, accende il riscaldamento e inizia a lavorare. Phil Melillo, l’edicolante. E’ come un lampo, i ricordi si trasformano in uno stato temporale che porta lui, italo-americano giovane, bello e fortissimo, sul parquet; e noi, adolescenti, sulle tribune del Palazzetto di Roma. E’ il 1976, la stagione che Phil chiuderà alla media di 27 punti. Ancora un balzo nel tempo: è il 1996, eccolo che sorride, coach di Verona, ha appena vinto la Supercoppa in casa di Milano.
PERCHE’? La burocrazia italiana gli aveva rubato sei anni di vita da giocatore, ma la carriera di tecnico gli ha regalato tante soddisfazioni. Allora perché Melillo non siede più su una panchina di serie A da dieci anni, da quando cioè guidò Pesaro in semifinale ottenendo il visto per l’Eurolega? Perché sta vendendo giornali nella Roseto dove ha scelto di vivere insieme con la sua famiglia? Phil risponde con pacatezza. E’ un uomo buono, lo è sempre stato. “ E’ dipeso da me. Dopo aver fatto il vice a Boniciolli alla Virtus Bologna, nel 2008-09, mi sono detto: sto a casa mia, prendo una pausa di riflessione. Da allora ho ricevuto altre offerte, ma nulla di interessante. Poi due anni fa ho avuto l’occasione di comprare questa edicola. Cosa mi è venuto in mente? Non lo so… E’ un lavoro molto impegnativo. Mi sveglio alle 5, vado ad aprire, sto lì fino alle 8.30 quando vengono a darmi il cambio mia moglie (Mari Fava, anche lei ex giocatrice, ndr) e mia figlia; a volte chiudo verso le 13. Vado a casa e nel pomeriggio c’è allenamento”.
PETRUCCI Già, pochi mesi fa è stato chiamato in corsa da Roseto, la squadra che milita in DNB, la vecchia B2, e che con lui ha vinto le ultime 5 gare. Per quei ragazzi, essere allenati è come lavorare ogni giorno con un mito. Un mito che, sessantenne, ha un fisico da marine e il palleggio dei bei tempi. Quelli che il nostro basket gli ha bruciato in volo. Doveva diventare italiano nel 1977, il ct Primo sognava di averlo in Nazionale: lo tennero fermo invece tre anni. “Fu grazie a Bogoncelli, presidente di Milano che mi aveva preso e fece causa alla Federazione, che la situazione si bloccò in parte. Mi diede una grossa mano Gianni Petrucci, al tempo segretario generale della Fip, permettendomi di giocare per tre anni in serie C”. Quando finalmente gli diedero quel maledetto passaporto, la sua gioventù e i suoi sogni erano stati ridotti in polvere: giocò a Treviso, Rieti e Roma, poi smise, diventando allenatore.
“Da coach ho ottenuto una promozione con Forlì, ho vinto una Supercoppa con Verona, un 7° posto con Siena, ho portato Roseto in A1 e Pesaro in Eurolega. Cosa è successo? Forse dopo Pesaro non avrei dovuto accettare di andare in Legadue con Novara, avrei dovuto aspettare la chiamata di un club di A… Sono state tutte mie scelte”. Come quella di dire sì alla chiamata del Roseto, e di allenare in quel palazzetto a pochi metri dalla sua abitazione. “L’ho fatto per passione, quella passione che sentivo stava tornando. Mia moglie mi ha detto: “Provaci, ti aiutiamo noi con l’edicola”. Ora sono contento, qui mi trovo bene, Roseto è un club ben organizzato e con un buon settore giovanile. Se mi richiamasse una squadra di A?” La domanda si perde nei ricordi, nelle speranze, nella consapevolezza di essere ancora un allenatore di livello superiore. Anche oggi si sveglierà alle 5. E sarà il primo a leggere questa intervista.
Scritto da Andrea Barocci
Fonte: Rosetosharks.com